LA LINGUA E IL PATOIS
La Valle d’Aosta è una regione bilingue (italiano e francese): la cartellonistica stradale è spesso nelle due lingue, già all’asilo vengono insegnate filastrocche in francese e a partire dalle scuole elementari vengono insegnate entrambe le lingue per un egual numero di ore di lezione. A volte vengono anche mandati in onda programmi in lingua francese su Rai 3, nello spazio riservato alla programmazione regionale.
Un tempo in Valle d’Aosta si parlava francese, ma poi con l’Unità d’Italia a poco a poco ha perso terreno a favore dell’italiano. Testimonianza di questo passato è la presenza ancora oggi di un buon numero di nomi e cognomi francesi. Con il fascismo addirittura vennero tradotti in italiano i nomi dei comuni (Fenis divenne Fenisso). Fortunatamente, dopo la Seconda Guerra Mondiale, le cose cambiarono: la Valle d’Aosta fu staccata dal Piemonte e dichiarata regione bilingue. Furono riconosciuti anche i diritti di una minoranza tedesca - i Walser - i cui antenati si stabilizzarono nella Valle di Gressoney intorno al 1200. Il dialetto locale è il patois, un idioma francoprovenzale parlato anche in alcune vallate piemontesi e in alcune regioni francesi e svizzere. Pochi sanno che il francoprovenzale è parlato anche a Celle di San Vito e Faeto, due comuni in provincia di Foggia. Le ragioni storiche che hanno dato vita a quest’isola linguistica sono ancora oggi oggetto di dibattito; l’unica cosa certa è che l’isolamento geografico dei due comuni, ridotto solo nel Novecento, ha permesso alle comunità locali di mantenere questa loro peculiarità nei secoli.


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